La Legge di Bilancio 2026 ha introdotto una novità fiscale significativa per i proprietari di immobili destinati a locazioni brevi: l’aliquota della cedolare secca è aumentata dal 21% al 26%, applicabile già dalla prima abitazione locata. Questa misura interessa sia i privati che affittano occasionalmente, sia gli intermediari immobiliari e le piattaforme online come Airbnb e Booking.
🏠 Cos’è la Cedolare Secca sugli Affitti Brevi?
Introdotta nel 2011, la cedolare secca è un regime fiscale opzionale che consente ai locatori di pagare un'imposta sostitutiva dell’IRPEF, semplificando la tassazione e l'adempimento degli obblighi fiscali. Nel caso degli affitti brevi, ovvero contratti di locazione di durata non superiore a 30 giorni, la cedolare secca si applica anche a contratti stipulati tramite intermediari o piattaforme online.
📈 Cosa Cambia con la Nuova Manovra
A partire dal 1° gennaio 2026, la bozza della Legge di Bilancio prevede l'aumento dell'aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21% al 26%, eliminando la precedente possibilità di applicare l'aliquota ridotta al 21% per il primo immobile locato. Inoltre, la ritenuta operata dalle piattaforme online passa dal 21% al 26%, con effetto dal 1° febbraio 2026. Questa modifica interessa circa 502.000 appartamenti in Italia.
💰 Impatto Economico sui Proprietari
Secondo l'associazione AIGAB, l'aumento dell'aliquota al 26% comporterebbe una riduzione del guadagno netto per i proprietari. Ad esempio, su un'abitazione media in semi periferia, il guadagno netto passerebbe dal 34% al 28% dopo le spese di gestione, pulizia, commissioni delle piattaforme e tasse.
🔄 Cosa Aspettarsi
La bozza della Legge di Bilancio è ancora in fase di discussione e potrebbe subire modifiche prima dell'approvazione definitiva. È probabile che il tema della tassazione sugli affitti brevi rimanga al centro del dibattito parlamentare, con possibili interventi per bilanciare le esigenze fiscali con la tutela dei piccoli proprietari e la promozione di un turismo sostenibile.
📌 Conclusione
L'aumento della cedolare secca al 26% sugli affitti brevi rappresenta una novità significativa per il settore immobiliare italiano. Mentre il governo giustifica la misura come un intervento per contrastare l'evasione fiscale e regolare il mercato, le reazioni politiche e le preoccupazioni degli operatori del settore evidenziano la necessità di un equilibrio tra esigenze fiscali e sostenibilità del mercato degli affitti brevi. Resta da vedere se, durante l'iter parlamentare, saranno apportate modifiche per rispondere alle istanze dei vari attori coinvolti.